Tutti noi sappiamo, grazie alla tv e ai notiziari, come l’inquinamento delle acque del nostro pianeta a causa delle fuoriuscite di petrolio o degli scarichi incontrollati di sostanze nocive, stiano ormai distruggendo interi ecosistemi marini che sempre più sono diventati poveri di vita animale.
Anche l’aumento delle temperature globali, unito alla conseguente maggiore emissione di anidride carbonica, sta incidendo negativamente su tutta quanta la questione.
A pagare le specie di ciò, è in particolare la barriera corallina, da sempre caratterizzante gli oceani con i suoi stupendi colori e che appunto oggi sta a poco a poco collassando.
Alcuni ricercatori e studiosi israeliani, hanno effettuato indagini approfondite e ripetute immersioni, giungendo alla conclusione che tale processo degenerativo sembra non intaccare le specie di corallo che si trovano nelle acque del golfo di Eilat, nel Mar Rosso.
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Si tratta, infatti di coralli per così dire più resistenti degli altri a livello organico, ma anche loro a causa di pesticidi e fertilizzanti, con il passare del tempo si indeboliranno sempre più.
Il corallo invece deve essere protetto e salvaguardato, perché non solo riesce a mantenere un equilibrio nell’ecosistema, ma è utilizzato da diverso tempo anche in campo medico, attraverso la produzione di medicinali per pazienti con cancro e Aids.
Ecco perché oggi, scienziati e studiosi, chiedono con urgenza un intervento da parte di tutti i paesi che si affacciano nel Mar Rosso, per sponsorizzare ricerche e soluzioni allo scopo di difendere questi organismi forse ancora troppo poco conosciuti e apprezzati.