L’uomo da sempre incuriosito dal passato e dalla storia, ha diretto le proprie risorse ed energie, per appagare questa sete infinita di conoscenza che lo spinge a superare quelle barriere geografiche e mentali che lo limitano.
Il turismo di conseguenza, è considerato un fenomeno importante, da sostenere e apprezzare, proprio perché ci dà un saggio dell’interesse che una nazione o un popolo hanno nei confronti di ciò che di prezioso ed unico possiedono.
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Fra le tante mete italiane, la Sicilia è di certo una delle più visitate ogni anno, grazie alle sue spiagge, al clima mite e alla sua ricca tradizione che si intreccia con le civiltà più disparate e che tutt’oggi è testimoniata dalle opere culturali e architettoniche di straordinaria bellezza che si ergono in ogni dove.
Accanto però a queste ricchezze, ve ne sono altre che compongono dei veri e propri musei sommersi, che stanno sempre più prendendo piede, specie negli ultimi anni, per venire incontro alle esigenze di quei turisti che vogliono avere un contatto diretto con tutto quello che si trova ancorato nei nostri fondali marini.
Il progetto, avvallato e promosso dalla Sovraintendenza del Mare, sta avendo un notevole successo, tanto da portare alla nascita di un vero e proprio turismo subacqueo, con la riscoperta appunto di quel patrimonio sottomarino che spesso in passato è stato vittima di depredazione.
Fra i 21 percorsi acquatici disponibili, uno dei più affascinanti è senza dubbio il “Relitto delle colonne”, sito a circa mezzo miglio da Marzamemi e costituito da una serie di colonne risalenti al III secolo d.C., che poggiano su un fondale roccioso e rigoglioso di vegetazione.
C’è da sottolineare come questa opportunità sia riservata a tutti, anche quindi ai meno esperti, così come afferma l’archeologo Philippe Tysseyre, responsabile della zona di Acitrezza ed uno dei maggiori curatori dell’iniziativa: ‹‹Una delle cose più belle che abbiamo potuto constatare negli ultimi anni, è che, frequentemente, chi prende parte a queste attività è un normale turista. Per i nostri percorsi – continua l’archeologo – abbiamo scelto zone con fondali molto belli, così da rendere l’esperienza completa non solo dal punto di vista archeologico, ma anche da quello paesaggistico››.
Si stanno facendo inoltre dei grossi sforzi per far sì che addirittura i disabili possano tuffarsi in questa avventura incredibile.
Ne è un esempio Aci Castello, che all’interno dell’area marina protetta “Isole Ciclopi”, ha inaugurato il primo itinerario archeologico tattile per normodotati e diversamente abili.
Il percorso che si snoda fra ancora romane e anfore antichissime, ha attratto diversi non vedenti, grazie alla presenza di guide altamente qualificate e preparate, che conducono sott’acqua questi visitatori vicino ai reperti legati ad una cima e a cui sono abbinati cartelli in lingua braille, che spiegano nei dettagli ciò che stanno toccando.
Un progetto per concludere quindi da portare avanti e che racchiude in sé diverse finalità, da un lato la salvaguardia dei fondali marini con tutto ciò che di bello hanno da regalare e dall’altro la possibilità di dare un forte impulso al turismo nostrano grazie anche all’apporto di finanziamenti privati e associazioni onlus, che attraverso campagne svolte nelle scuole, cercano di porsi in un’ottica ormai vicinissima alla realtà del turista di qualsiasi condizione.